Pierre-Yves Le Duc

Painter

Pierre-Yves Le Duc nasce in Francia nel 1964. Nel 1988 si laurea alla Facoltà di Lingua e Letteratura italiana alla Sorbona. Inizia in questi anni il suo periodo di formazione artistica. Durante il periodo universitario si reca spesso in Italia e, dopo aver ottenuto una borsa di studio dall’Università, decide di stabilirsi a Napoli con cui sente un forte legame e una grande accoglienza. Entra così in contatto con i protagonisti della vita culturale napoletana, senza però tagliarsi fuori da altri importanti centri artistici e culturali di Parigi.

Nel 1989 realizza le sue prime opere. Nel 1992 incontra Alfredo Bovio di Giovanni avviando un sodalizio sigillato da una fortissima amicizia e da stima reciproca. Le Duc ne frequenterà assiduamente il laboratorio fino alla sua morte nel 1995; deve a lui l’apprendimento dei rudimenti del “mestiere” e la pratica “accademica”.

Gli anni 1993/1994 saranno caratterizzati da una frattura profonda tanto da costituire un punto di non ritorno nella sua concezione dell’arte e della sua pratica. L’opera non deve più limitarsi a trovare il suo fine in sé stessa. Dovrà invece dialogare in modo dinamico, tanto sul piano fisico quanto su quello concettuale, con lo spazio destinato ad accoglierla – e non solo, in quanto dovrà essere concepita come il risultato di un processo collaborativo. Entrano cioè in gioco architetti, ingegneri, light designer, ecc.

Nel 1994, Le Duc presenta un’installazione intitolata “Cenacolo” allestita attorno all’obelisco di Piazza San Domenico Maggiore, a Napoli. Nel 1995, espone “Le nove muse e i nove poeti”, ideata per l’emiciclo di Piazza Plebiscito; nel 1996 espone “I Quaranta Ladroni” nella Napoli Sotterranea; nel 1998 “Medium”, nella sala del Lazzaretto; nel 2004 presenta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli l’installazione “GU”, dove l’acronimo rimanda al Giudizio Universale di Michelangelo, evocato da un nugolo di “scarabocchi antropomorfi” disposti a spirale, il cui numero aumenta man mano che si allontanano dal centro della composizione.

Nello stesso periodo presenta “Soap Opera”, ispirata da un’onda creata con l’utilizzo della schiuma del sapone per i piatti. Gli schizzi sono fotografati e successivamente ripresi con l’inchiostro di china su supporto cartaceo. Nel 2008 presenta il video “Osso-Buco”, visibile attraverso il buco della serratura di un armadio a muro. Nel 2010, in omaggio ai lavoratori immigrati abbandonati in un capannone in Calabria, realizza l’installazione “Rosarno, desperate house-lives”, una casa fatta con i cartoni recuperati nei cassonetti dell’immondizia della città ed esposta sulla terrazza di Palazzo Marigliano di Napoli. Successivamente presenta, al PAN di Napoli, l’installazione “Bonificarsi, Please!”, quattro tele sospese in modo da formare le quattro pareti verticali di un cubo all’interno del quale il pubblico è invitato a deambulare per scoprirvi una visione particolarmente depurata delle quattro facce di una scatola cranica

Nel 2011, l’artista presenta al Palazzo Reale di Portici – in una mostra durata una sola serata – tre installazioni. Una di esse verrà completata e presentata nello stesso anno, in occasione di una mostra collettiva, nell’imponente salone del Palazzo Spinelli. Nel marzo 2012 inaugura nella Bill Lowe Gallery di Atlanta (USA) l’esposizione Sacred Portal dedicata al tema del sacro e dell’autoerotismo.

Nel 2012 si trasferisce in Francia, continuando tuttavia a tenere aperto il proprio atelier a Napoli. A partire da questo momento Pierre-Yves si dedica alla realizzazione di opere tuttora inedite come Coup d’éponge, ovvero Soap opera in versione gran formato. Ne fanno parte 36 inchiostri su carta che raccontano, come altrettanti fotogrammi del Diluvio Universale, il rapporto talvolta tragico fra l’uomo e gli elementi della natura.

In seguito, si dedica al progetto APPARATO, che si struttura in 12.000 disegni a inchiostro di china su carta. Essi vengono destinati inoltre alla realizzazione della video-installazione “O”, che mette in primo piano il contenuto concettuale della sua ricerca seguendo un insieme di parametri rigorosi. A partire del 2015 Pierre-Yves lavora su MAGIGONIE realizzando migliaia di collage. Protagonista è un dialogo immaginario fra vecchie foto per turisti e i dettagli risultanti da innumerevoli frammenti scelti nella profusione di disegni scartati dal progetto precedente. Nel 2017 è la volta di Handle with care (Galleria Maja Arte Contemporanea di Roma) seguita nel 2018 da Andare avanti sino al via (Galleria Spazio Nea di Napoli), che consiste di opere del tutto inedite e di grande formato risalenti al 1992. Nel 2019 torna allo Spazio Nea, questa volta con Erector Vesevo. Nel 2021, viene esposta la mostra intitolata Il Tempio presso la Galleria Maja Arte Contemporanea di Roma. Infine, la mostra più recente è PINGA’S UNIVERSE – Magigonie presentata nel 2024 presso Gallerie Riunite a Napoli.

Foto: Roberto Della Noce

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