IT SLIPS AND FALLS AND IS REBORN

Fiona Annis

Dal 27 settembre al 11 novembre 2022

It Slips and Falls and is Reborn è una meditazione sulla fragilità e la resilienza della vita. La mostra presenta una selezione di opere che esplorano i temi della catastrofe, del desiderio e della speranza radicale.

Usando il linguaggio della luce e del tempo, la pratica di Annis favorisce usi non ortodossi dell’apparato fotografico – a volte abbandonando completamente il corpo macchina.

Questa mostra include immagini in cui artefatti storicamente considerati come errori diventano il soggetto principale (la serie Hesitation Lines) e in cui vari gesti, che vanno dal cullare allo schiacciare, sono impressi sulla superficie sensibile della carta alla gelatina ai sali d’argento (rispettivamente le serie De-siderare e Dis-astro). Il cuore della serie Dis-astro è un’indagine per dare espressione materiale alla natura contemporaneamente catastrofica e creativa del disastro, dis-astrum, che letteralmente significa perdere le stelle. Le immagini raccontano una storia di fratture e cicatrici e rivelano anche nuove topografie. Agendo come una metafora per lo sconvolgimento e la riconfigurazione personale e collettiva, la serie è una meditazione sul potenziale del disastro come un impulso a ritrovare i punti di riferimento perduti.

Presentata in parallelo, la serie De-siderare esplora le intensità del desiderio come forza generatrice alla ricerca di nuove costellazioni. L’insieme di queste immagini parla non solo alle ossa della fotografia stessa, ma dà voce anche alla profonda incertezza – e al vasto potenziale – del momento attuale.

It Slips and Falls and is Reborn è il capitolo più recente del suo progetto, A Portion of That Which Was Once Everything, che è tuttora in corso.

Concepito nel 2018, il progetto include fotografie, sculture, opere d’arte testuali e artefatti d’archivio, ed è sviluppato attraverso residenze di ricerca, collaborazioni con autori e mentorship intergenerazionali. Capitoli del progetto sono stati presentati in vari contesti, tra cui: installazioni all’aperto (Rencontres internationales de la photographie en Gaspésie), mostre in galleria (Campbell River Art Gallery), in dialogo con collezioni museali permanenti (Museo Novecento, Napoli) ed eventi di creazione artistica in collaborazione con il pubblico (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, Roma).


IL DONO

Matteo Lucca

Dal 26 marzo al 28 maggio 2022

La sua ricerca artistica si muove attraverso l’utilizzo di diversi approcci espressivi. Insieme alla terracotta e ad approcci performativi, il suo intento è quello di attivare una riflessione sull’umano. Negli ultimi anni concentra il suo lavoro, sull’utilizzo del pane come materia prima per la realizzazione delle sue opere.

Da sempre attento al tema del corpo, nelle sue sculture il pane va inteso come simbolo del nutrimento, dell’offerta, ma anche come simbolo di unione, di amicizia e di legami.

L’uomo di pane si dona offrendo il suo corpo, superando il proprio ego, connettendosi all’altro, alla terra e alla natura tutta.

La materia pane, quando prende forma di corpo, racconta l’uomo attraverso i suoi significati e la sua storia. Il corpo, viceversa, si espone e si racconta nella forma della materia. Da questa intersezione nasce qualcosa di altro: il pane non è solo cibo, ed il corpo non è solo un corpo. La loro unione è un incipit di un racconto sulla natura umana,  e sull’esistenza complessa, tra lo spirituale e il materiale, nelle variabili imposte dal Caso e dalla sua imprevedibilità.


“Ad oggi le parole chiave del mio approccio sono: affidarsi ed inciampo. quello che mi interessa ora è innescare la miccia di un processo potenzialmente autonomo nel quale in parte affidarmi ed essere osservatore di ciò che accade. L’affidarsi è anche nell’accogliere l’inciampo, l’inaspettato e fare tesoro di questa cosa come valore centrale dell’opera e come luogo di osservazione e comprensione. 
Durante il processo il mio ruolo è quello di assecondare il naturale dispiegarsi degli eventi coi quali sono in dialogo. A livelli diversi il mio compito è quello di creare il territorio adatto e predisporre le condizioni.
Nel caso delle opere in pane si tratta per esempio di disporre il pane negli stampi e seguire la cottura, ma quello che accade mentre l’opera lievita e cuoce non dipende più da me”.  (Cit. Matteo Lucca)